Important Italians Ep.1 - Falcone and Borsellino vs the mafia

Important Italians Ep.1 - Falcone and Borsellino vs the mafia

In this episode, Anna talks about two very important men celebrated all across Italy: Giovanni Falcone and Paolo Borsellino, who gave their lives to fight against the mafia.

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Ciao a tutti, buongiorno. Io sono Anna e sono la presentatrice di questo podcast. Benvenuti a Una Storia ItaliAnna, un podcast di LanguaTalk.

Ciao a tutti. Buongiorno, bentornati anche questa settimana al nostro appuntamento con Una Storia ItaliAnna. Oggi parliamo di un argomento diverso rispetto a quello della musica che abbiamo trattato nell'ultimo podcast, e apriamo un capitolo completamente nuovo.

E questa volta parliamo di VII. VII Sono very important italians nel mondo quindi i vip della cultura italiana e non solo, della storia, della politica, della cultura in generale. Oggi vorrei parlarvi non solo di una persona, ma di due persone che hanno letteralmente dato la loro vita per lo Stato italiano e ancora oggi sono celebrati come degli eroi.

Qualcuno di voi sicuramente ha sentito parlare di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e oggi vorrei capire un pochino con voi chi erano e cosa hanno fatto, perché Falcone e Borsellino sono ancora oggi celebratissimi, come dicevo, come degli eroi, anche se loro probabilmente preferirebbero, anzi avrebbero preferito non essere celebrati come tali.

Ma tutti gli italiani hanno una stima infinita nei confronti di queste due persone. Allora queste due persone hanno sfidato il mostro più cattivo d'Italia, cioè la mafia. Parliamo di mafia, quindi lo hanno fatto da soli, con le armi della dell'intelligenza, senza superpoteri. Quindi non erano dei supereroi.

Erano due uomini che lottavano contro la mafia. Alla fine purtroppo non ce l'hanno fatta. Sono stati uccisi, ma nessuno ha mai dimenticato chi erano veramente Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Paolo Borsellino e Falcone erano due magistrati, due uomini che negli anni 80, quando ancora non si conosceva niente realmente della mafia, hanno scoperto i segreti di questa organizzazione.

Come si dice, hanno pestato i piedi ai mafiosi. Falcone, grazie all'interpretazione dei segni, dei gesti, dei messaggi e anche dei silenzi degli uomini di Cosa Nostra, la mafia siciliana, è riuscito a decifrare il loro linguaggio, il loro modo di agire. Un lavoro fatto grazie al rapporto con i pentiti, uomini che hanno scelto di abbandonare la mafia per collaborare con la giustizia.

E proprio grazie a uno di loro, Tommaso Buscetta, hanno iniziato a conoscere il codice segreto della mafia. Per i magistrati è stato come un professore di lingue straniere, un pochino, che ti permette di diciamo di parlare con gli stranieri senza parlare con i gesti, ma di parlare la loro lingua.

Diciamo che, come dicevo prima, Falcone e Borsellino non amavano essere chiamati i supereroi, degli eroi. Anche loro, come noi, avevano paura sicuramente dei cattivi, di quelli che non rispettano nessuna regola pur di farsi gli affari propri, mind their own business.

Ma non si sono mai arresi e soprattutto hanno dimostrato che lavorare insieme, collaborare può essere l'arma vincente, l'arma decisiva. In quegli anni, infatti, con un altro anziano magistrato che era il loro capo, Antonio Caponnetto, hanno fondato un gruppo, un pool, contro la mafia, grazie al quale sono riusciti a catturare centinaia di mafiosi condannati nel famoso, famosissimo maxi processo concluso il 30 gennaio del 1992.

Ma attenzione, perché la mafia non dimentica. Anzi, da quel momento la mafia ha preparato la sua vendetta, cioè uccidere Falcone e Borsellino.

Vediamo un po', diciamo la loro storia, come sono arrivati a lavorare insieme. Una storia curiosa perché fin da piccoli si conoscevano, si conoscevano bene e giocavano insieme nel quartiere La Kalsa a Palermo. Paolo era piccolino, con il naso un pochino grosso e capelli scuri e due occhi molto svegli.

Era cresciuto tra i contenitori di ceramica e gli antichi arredi della farmacia del papà Diego, che aveva ereditato poi dal padre stesso. Era uno che amava stare sui libri, ma anche dare una mano a chi non ce la faceva alla scuola elementare.

La casa di Paolo, raccontano il pomeriggio, era piena di ragazzini che aiutava a fare i compiti. Giovanni, invece, era uscito dalla pancia della mamma con le mani, i pugni chiusi senza urlare.

E in quel momento era entrata una colomba dalla finestra aperta. Fin da piccolo amava le storie dove il bene vinceva sul male e la sua preferita era in I tre moschettieri. Questo si racconta nella sua biografia.

I due si erano conosciuti durante una partita di calcio all'oratorio e Giovanni aveva 13 anni e Paolo era un pochino più giovane di soli otto mesi. Al primo, a Giovanni piaceva molto il ping-pong, ma con il pallone era anche abbastanza bravo e spesso si trovavano a giocare come compagni che un giorno sarebbero finiti tra i cattivi mafiosi.

Quindi loro fin da piccoli conoscevano molto bene l'ambiente in cui sarebbero cresciuti e che poi avrebbero combattuto. Questi due ragazzi avevano scelto di stare dalla parte dei buoni, dalla parte giusta e dopo il liceo si sono ritrovati entrambi a studiare per diventare magistrati e poi ancora insieme a lavorare per combattere la mafia, questa terribile organizzazione simile ad una piovra -Octopus-, capace di arrivare ovunque con le sue zampe e i suoi tentacoli.

A Palermo avevano l'ufficio uno accanto all'altro. Giovanni amava lavorare e anche Paolo, quindi hanno unito le forze, sono riusciti a vincere la loro battaglia e hanno fatto arrestare centinaia di questi cattivi. Una vittoria che però hanno pagato molto cara. La loro vita, infatti, è finita ancora una volta insieme tra la primavera e l'estate.

Tra queste due stagioni di ormai tanti, tanti anni fa, sono sicura che se chiedete a qualsiasi italiano si ricorda sicuramente dove erano e cosa stavano facendo il giorno del 23 maggio e del 19 luglio 1992, tutti sapranno dirvi dove erano ovviamente chi si ricorda quell'estate.

E questa è la storia di questi due italiani che secondo me tutti, tutti dovrebbero conoscere e ricordare. Proprio quest'anno c'è stata una celebrazione molto importante per ricordare queste due figure che se guardate delle fotografie, ispirano veramente una grandissima, grandissima serenità e grandissima, grandissima amicizia tra i due. E vale la pena, secondo me, approfondire questa amicizia.

Come dicevo quest'anno è stato celebrato i 30 anni dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio e la strage di Capaci e via D'Amelio sono le due località, Capaci e via D'Amelio, dove sono morti Falcone e Borsellino. Sono caduti nella lotta contro la mafia. E sicuramente tutti noi italiani ci sentiamo un pochino in debito con loro.

A trent'anni dalla morte rappresentano ancora un modello di interpreti della giustizia e servitori dello Stato che diciamo rappresenta per tutti i valori fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, impegno per la difesa dello Stato di diritto, fedeltà ai diritti fondamentali di ogni cittadino, volontà di proteggere e migliorare la qualità della vita della nostra comunità nazionale. La loro capacità di sfidare la criminalità organizzata nasceva dalla profonda conoscenza dell'avversario.

Come dicevamo prima, loro giocavano con quelli che poi un giorno sarebbero diventati i mafiosi più pericolosi d'Italia. L'umiltà di non sottovalutare e la determinazione a non andare indietro mai nella difesa della nostra libertà.

La mafia ha scelto di ucciderli con una violenza feroce, nella convinzione che, eliminando loro, sarebbe riuscita a tornare padrona assoluta del campo, del territorio, obbligando lo Stato a ritirarsi.

In realtà è avvenuto proprio il contrario, perché l'uccisione di Falcone e di Borsellino fu ed è stata uno shock nazionale che ha spinto la grande maggioranza degli italiani a comprendere profondamente il loro valore, quanto valevano, l'importanza del loro esempio e, in ultima cosa, la possibilità di non avere paura davanti alla mafia.

Ecco perché ricordare Falcone e Borsellino e le loro vite e le loro azioni significa rendere la Repubblica più solida, le istituzioni più forti e tutti noi più uniti diciamo in una lotta contro la criminalità organizzata che purtroppo abbiamo ereditato e che c'è, ma che purtroppo, è difficile dirlo, però purtroppo ci sarà sempre.

Consapevoli che solo la responsabilità di ognuno di noi può consentirci di essere più uniti e più forti, dando comunque importanza a due vite che sono finite 30 anni fa nella certezza delle loro azioni. Quindi questa è solo un racconto di quelli che sono stati Falcone e Borsellino. E io vi invito senza dubbio ad approfondire l'episodio di Capaci e l'episodio di via D'Amelio.

Questo diciamo è il primo episodio di tre episodi dedicati a delle personalità famose della storia e della politica e della cultura italiana. Parleremo anche di arte, parleremo di musica e potrebbe essere, diciamo una prima parte dedicata alle personalità celebri italiane.

Io vi ringrazio, spero che questo episodio sia stato interessante per voi. Vi invito ad approfondire la conoscenza di Falcone e Borsellino. Potrete conoscere così un altro aspetto della cultura italiana molto, molto importante.

Io vi ringrazio. vi invito sempre a seguirmi sui social media, YouTube, Facebook, Instagram e per chi vuole dei contenuti extra, anche su Patreon. Buona serata a tutti e grazie a presto!

Grazie. E alla prossima.

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