Transcript of the story of Moleskine.mp3
Ciao a tutti! Buon giorno, io sono Anna e sono la presentatrice di questo podcast. Benvenuti a Una Storia ItaliAnna, un podcast di LanguaTalk.
Ciao a tutti, Bentornati anche questa settimana al nostro incontro con il podcast di Una Storia ItaliAnna oggi. Oggi vorrei parlare con voi di un un'idea che mi è venuta qualche ora fa direi, perché guardando nella mia libreria ho trovato un piccolo piccolo libro, un piccolo notebook, un block notes, come diciamo in italiano, un piccolo block notes tutto nero, tutto nero, forma rettangolare completamente nero con un elastico per chiuderlo.
Avete capito di cosa sto parlando? Sì, no. Allora oggi parliamo dei Moleskine. Moleskine. Sono sicura che molti di voi lo usano. L'avete già sentito nominare? Magari l'avete usato in passato. Moleskine è una marca di taccuini, di agende, guide da viaggio, quaderni, borse, valigie e album prodotti appunto da Moleskine S.p.a, che è una società italiana con sede a Milano.
Allora, mi è venuta l'idea di parlare di questa, di questo brand, di questa azienda, ma soprattutto della storia di questo taccuino. Perché, parlando con molti di voi mi sono resa conto che di solito si tende a pronunciare questo brand come Moleskine, Moleskine, quindi senza la e finale e ho detto ma perché? Ma perché si toglie la e.
E mi era venuto il sospetto, ho detto ma è inglese, è americana, è francese. Non avevo idea che fosse una società italiana e quindi, cari cari studenti si dice Moleskine. Quindi pronunciamo tutte le parole come dalla pronuncia corretta italiana. La società è addirittura stata quotata alla Borsa di Milano e quindi è una società che ha una certa importanza.
Diciamo che ci sono oggetti che entrano un po' nell'immaginario comune nella storia come se fossero sempre esistiti. E appunto questo piccolo oggetto tascabile è l'esempio di questo. È stato spesso compagno di viaggio fisico ma anche mentale, che custodisce appunti, storie, suggestioni ed è diventato il taccuino icona Moleskine.
I taccuini accompagnano di solito viaggi che sono anche ricerche, diciamo, fra una necessità di scoprire e anche l'urgenza di fissare delle riflessioni, ispirazioni, ricordi, intuizioni. Altre volte dei semplici passatempi, giusto un pezzettino di carta dove appuntare, dove prendere nota di qualche idea. Se guardate la mia libreria ci sono praticamente solo Moleskine di progetti che ho portato a termine, di progetti mai nati, di idee e chissà, magari un giorno andrò a riguardare questi taccuini per trovare magari delle nuove idee o delle vecchie idee. Quasi tutti gli artisti e progettisti diciamo, prendono appunti prima di lavorare sull'opera vera e propria, perché appunto l'ispirazione è sempre dietro l'angolo, quindi è bene averlo nella nella propria tasca.
Quindi il taccuino è un oggetto perfetto nella sua semplicità, quindi è pensato per un approccio un po' romantico se vogliamo, alla scrittura o al disegno e che contiene delle degli appunti, delle annotazioni creative che ci vengono in mente semplicemente così arrivano. E nell'arco della storia grandi artisti non solo hanno fatto del proprio taccuino un'arte.
Pensiamo per esempio a Oscar Wilde, quindi da Oscar Wilde a Vincent Van Gogh, da Hemingway a Frida Kahlo, giusto per nominare alcuni che sono tra probabilmente i più grandi. E Oscar Wilde diceva "Porto sempre con me il mio diario. Bisogna avere sempre qualcosa di sensazionale da leggere in treno". Geniale.
È uno dei più antichi taccuini. È quello dell'architetto francese Villar de Goncourt. Spero di averlo pronunciato in maniera corretta, che nell'età medievale, durante il Medioevo, aveva raffigurato. Aveva disegnato edifici particolari, delle costruzioni, anche attrezzi da usare nei cantieri. Nel Rinascimento diventa una come una raccolta di idee.
Basti pensare a Leonardo da Vinci che, essendo un grande osservatore della realtà, come sappiamo, disegnava qualunque cosa e appuntava delle informazioni o idee raccolte da semplicemente quello che lui vedeva, quindi, oppure da fonti di studio. Quindi i suoi taccuini sono ancora oggi dei veri e propri tesori, dove è raccolta tutta la cultura scientifica e anche figurativa dell'epoca. Nel XVII secolo, invece, nasce un nuovo tipo di quaderno d'artista, cioè il taccuino di schizzi. Uno schizzo è un disegno veloce, ok, un disegno veloce di qualcosa che abbiamo visto, un luogo che abbiamo visitato, per esempio.
E i viaggiatori più famosi sono senz'altro Goethe, autore appunto dell'enorme viaggio in tre volumi del titolo "Viaggio in Italia" e contiene il racconto completo dei suoi itinerari in Italia durante il suo lunghissimo viaggio. Pensiamo a Delacroix con i suoi sette taccuini che contenevano le esperienze più importanti, più rappresentative del suo viaggio in Marocco.
E nemmeno il perfezionamento delle macchine fotografiche che è diciamo avvenuto nella seconda metà dell'Ottocento è riuscito a mettere in difficoltà o comunque a mettere in disparte questo taccuino che a quanto pare ancora oggi ha un fascino su molte persone pensiamo ai taccuini di Van Gogh che sono come dei piccoli quaderni di scuola, con le pagine con i quadretti.
E su questi taccuini Van Gogh annotava in continuazione pensieri, oltre che a fare dei piccoli, delle prove delle sue opere, quelle che poi un giorno diventeranno delle importantissime e enormi opere d'arte. Quindi qui stiamo facendo sicuramente un discorso molto più ampio riguardo all'uso del taccuino. Diciamo che indipendentemente dal marchio e dal design, questo oggetto è ancora oggi molto, molto, molto amato.
Il taccuino icona Moleskine è appunto una storia tutta italiana. Pochi conoscono la storia della Moleskine, l'agenda, il taccuino che a mio parere è una tra le più belle che possiamo possiamo avere. E Chatwin diceva Perdere il passaporto era l'ultima delle mie preoccupazioni. Perdere un taccuino era una catastrofe. E io sono totalmente d'accordo con lui. Perché se io perdo la mia agenda sono morta, io. Tutti i miei appuntamenti li scrivo a mano.
Con una matita o una penna su carta. E quindi lui, Chatwin, parlava proprio delle di queste piccole agende che lui aveva sempre, sempre, sempre con sè. Quindi i piccoli Moleskine, i taccuini erano cuciti a mano da una una legatoria. La legatoria è una piccola azienda che cuce il bordo, il dorso del libro. Era una piccola legatoria francese all'inizio del XX secolo che nel 1986 interrompe la produzione proprio dopo la morte del proprietario ed è proprio Chatwin involontariamente a dargli un nome. Chiamo i suoi taccuini Moleskine perché il materiale della copertina gli ricordava la pelle di questo animale animale, mole, in italiano la talpa.
Chatwin compra dunque tutti i taccuini che riesce a trovare prima di partire per l'Australia. Quindi l'origine del nome è proprio questa ma l'azienda è italiana, quindi il nome è stato dato da Chatwin, mettendo una e alla fine è diventato un nome italiano, quindi Moleskine allora ehm, io spero che abbiate trovato interessante questo, questo questa storia, perché non è finita, ma diciamo è interessante vedere come nel mondo moderno questi bloc notes abbiano ancora oggi un successo planetario e sono di carta.
Ormai il mondo è dominato dal digitale e ci sono oggetti, come per esempio i dischi di vinile, oppure le macchine da scrivere. Olivetti che come i taccuini Moleskine diciamo, regalano un'esperienza emotiva sensoriale che il digitale non potrà mai, mai arrivare ad offrire. Quindi non tutto il virtuale o tecnologico può prendere il posto del dell'analitica dell'analogico e diciamo che le due dimensioni, analogica e digitale, possono convivere tranquillamente.
Io credo che l'iPhone e il Moleskine rappresentino oggi la il modo perfetto di combinare la parte diciamo fisica e la parte digitale della della vita di ognuno di noi. Quindi secondo me, se non l'avete fatto ancora, provate ad usare un taccuino Moleskine semplicemente per sentirne la bellezza, vederne la bellezza e toccarne la qualità. E le pagine sono come volete voi Potete prendere un'agenda, potete prendere un taccuino bianco.
Provate, provate, poi fatemi sapere se il digitale può prendere completamente il posto della carta oppure no. Oppure fatemi sapere cosa ne pensate. L'uso che ne fate voi dei taccuini, se se li usate, come li usate oppure se preferite il digitale. Io spero che abbiate delle risposte interessanti da darmi, da condividere con me nei social media, quindi Facebook, Instagram e io vi aspetto al prossimo podcast. Grazie a tutti e ciao a presto.
Grazie e alla prossima.